Allarme banche

Se avete seguito minimamente giornali e TV saprete del tracollo finanziaro in corso per quanto riguarda l'italia vi segnalo solo due cose:


  • Unicredit: sta annaspando, le sue quotazioni sono state bloccate per eccesso di ribasso. Consiglio quindi chi ha soldi in questa banca di tenere sott'occhio la situazione(Preciso che il gruppo Unicredit è molto vasto quindi può darsi che altra banche con nomi diversi facciano parte cmq del gruppo).
  • Fondo risarcimenti: L'unione europea ha stabilito un fondo che in caso di tracollo di una banca coprirà chi ha il conto fino a un massimo di 103 mila euro. Resta il fatto che tra il dire e vedersi restituire i soldi secondo me ce ne passa.

Ieri i mercati hanno bruciato 750 miliardi di euro, e oggi si preparano a un nuovo record al ribasso.

Aggiornamento:

  • File davanti ad alcune filiali unicredit
  • Borse sempre giu: Scivolone finale per Unicredit in Piazza Affari. Il titolo cede, a pochi minuti dalla chiusura, il 13,3% a 2,42 euro. Pesante anche Intesa Sanpaolo (-9,63% a 3,17 euro)
  • Anche se la cosa a noi sembra non fregare un cazzo pare che l'impatto sull'economia reale rispetto a quella finanziaria arrivi con qualche mese di ritardo.

P.s: siccome con blog cerco sempre di inforamre nei commenti trovate una spiegazione semplificata dell'attuale crisi e l'elenco delle banche legate a unicredit.

2 commenti:

  1. Anonimo ha detto...

    le "banche" del gruppo unicredito sono queste:

    Banca di Roma Spa
    Banco di Sicilia SpA
    BIPOP CARIRE S.p.A.
    FINECOBank SPA
    IRFIS Mediocredito della Sicilia SpA
    MCC Mediocredito Centrale SpA
    Unicredit Banca d'Impresa SpA
    Unicredit Banca Mobiliare SpA
    Unicredit Banca per La Casa SpA
    Unicredit Banca SpA
    Unicredit Clarima Banca SpA
    UniCredit Xelion Banca SpA
    Unicredito Gestione Crediti SpA Banca per la Gestione dei Crediti  

  2. Anonimo ha detto...

    La situazione è un po' complessa (già la situazione strutturale, con i rapporti incrociati tra le banche, è complessa). Gli americani sono un popolo con propensione al debito; hanno una grande propensione al consumo e pur di consumare si indebitano anche eccessivamente.

    Negli anni passati le banche americane, per recuperare nicchie di mercato, hanno concesso molti mutui subprime, cioè hanno concesso molti prestiti anche a soggetti poco affidabili, confidando sulla crescita del mercato immobiliare -- banalmente avevano iscritto ipoteche sugli immobili per i quali avevano concesso prestiti. A quanto pare le banche avevano anche applicato le cinque regole fondamentali: diversificare, diversificare, diversificare, diversificare, diversificare; gli immobili oggetto delle garanzie erano ben distribuiti su tutto il territorio nazionale. Se proprio deve crollare il mercato immobiliare in una zona, il rischio è coperto dal resto delle garanzie; no?

    A un certo punto queste banche avevano bisogno di liberare i portafogli vuoi per poter concedere altri prestiti, vuoi perché avevano bisogno di recuperare liquidità. Qui comincia la catena (normale amministrazione): hanno impacchettato i crediti e li hanno ceduti ad altri soggetti che, nel momento in cui hanno avuto bisogno di scaricare i portafogli, a loro volta li hanno ceduti ad altre banche o assicurazioni; fino a fare arrivare la catena anche ai risparmiatori (paradossalmente può succedere che una persona garantisca parte del suo stesso credito ). In più ci sono i correntisti i cui depositi vengono usati per concedere prestiti.

    Di anello in anello, più si allunga la catena più cala la percezione del rischio, anche perché lungo la catena questi crediti diventano titoli della banca che li cede e se la banca è ben affidata (e qui pare che le agenzie di rating leggendo i bilanci non abbiano saputo, o voluto, valutare i rischi corsi dalle banche e dalle assicurazioni) gli investitori si fidano.

    Arriviamo alla cronaca. Il mercato immobiliare americano è crollato tutto di colpo e tutto contemporaneamente, o quasi; così i mutui hanno smesso di essere garantiti e sui subprime la garanzia è tutto: essendoci un alto tasso di insolvenza la garanzia è l'unico modo per avere soddisfazione del credito. Ecco che la crisi ha cominciato a discendere la catena di cui sopra.

    Ci sono stati errori grossolani da parte di chi concedeva mutui subprime, di chi accettava le cartolarizzazioni, di chi assicurava i crediti e di chi valutava il rating dei primi tre soggetti. Aggiungiamoci anche, però, l'imperizia di alcuni risparmiatori che si fidano ciecamente delle banche (ma l'interesse della banca più che fare consulenza ai clienti è ovviamente quello di guadagnare -- in questo non c'è niente di scandaloso), che continuano a non preoccuparsi dei rischi (a parità di rendimento i titoli di stato sono più sicuri) e che sono allergici almeno alla prima delle famose cinque regole: diversificare.

    Ora; perché salvare le banche e le assicurazioni con i soldi di Pantalone? A prescindere da valutazioni sul merito degli interventi specifici, della loro efficacia e della loro correttezza da un punto di vista tecnico, l'obiettivo di questi salvataggi è di cercare di tenere in piedi gli anelli strutturalmente strategici (fregandosene dell'americanità, della britannicità o altro, anche se alcuni non vogliono capirlo) che tengono in piedi il sistema economico, per limitare i danni e per non fare crollare tutto quello che non è ancora crollato. Infatti, per esempio, gli Stati uniti hanno salvato alcuni e hanno fatto fallire quelli che non ritenevano necessari tenere in piedi per non fare crollare l'economia.

    Ecco, questa è la mia analisi su quello che ho capito salvo errori, omissioni e informazioni che mi mancano.